SETTEMBRE: È TEMPO DI AMBIENTAMENTO!

di Maruska D’Agostino, pedagogista

L’ambientamento al nido, alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria rappresenta per i bambini un importantissimo passo verso l’autonomia, le prime responsabilità e il mondo “dei grandi”; è un momento fondamentale, di ingresso nei primi contesti sociali.
Il concetto di bambino come soggetto attivo nel processo di apprendimento, ha condotto ad un’evoluzione terminologica: non si parla più di inserimento ma di ambientamento.
Se da un lato l’inserimento richiama l’idea di includere un elemento nuovo in un insieme già completo all’interno di un’organizzazione, il termine ambientamento (letteralmente -adattarsi ad un ambiente-), invece, introduce il concetto di accoglienza e tiene conto della complessità di contesto, nella quale tutti gli attori entrano in relazione.
Nello specifico, per “ambientamento” si intende il processo attraverso il quale il sistema-bambino e il contesto educativo si adattano l’uno all’altro con modalità e strategie ben progettate; si configura come il periodo necessario affinché bambini, genitori, educatori ed insegnanti possano integrarsi attivamente nel nuovo contesto comunicativo e relazionale.
L’ambientamento è indispensabile per il bambino poiché gli permette di trovare nell’insegnante un sicuro punto di riferimento che lo accompagna all’interno della nuova vita scolastica; prevede una riorganizzazione delle esperienze nonché una costruzione delle reti relazionali con i compagni e le maestre; è un momento nel quale il bambino acquisisce nuove consapevolezze e costruisce e consolida il suo “io sociale”.
Tuttavia, è bene ricordare che si tratta di una fase molto delicata, in cui il bambino si trova immerso in un nuovo contesto (nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado), dove è chiamato ad affrontare sfide più impegnative non solo dal punto di vista cognitivo-didattico, ma anche dal punto di vista sociale e relazionale.

 

Maruska D’Agostino
Mamma,docente di Scuola Primaria e dell’Infanzia,
pedagogista presso Nisaba – studio pedagogico, via Ettore Brambilla 18, Cantù (CO)
[email protected], IG: @maruskadagostino

L’ingresso al nido e alla scuola dell’infanzia
L’ingresso al nido e il passaggio alla scuola dell’infanzia costituisce un momento fondamentale per i bambini che escono dalle mura domestiche per entrare a far parte dei primi contesti sociali.
Per favorire un ambientamento positivo e per superare i momenti di difficoltà e di ansia, è importante che i genitori si mostrino tranquilli e rilassati. I bambini, infatti, interiorizzano le paure e le preoccupazioni degli adulti e, di fronte a parole o comportamenti poco incoraggianti, possono manifestare in prima persona il senso di sfiducia verso la scuola che gli viene trasmesso dalla propria famiglia.
É importante, inoltre, preparare vostro figlio alla nuova esperienza, evidenziandone gli aspetti positivi e sostenendola una volta rientrati a casa, ricordando le situazioni stimolanti e piacevoli che si sono vissute insieme ai nuovi compagni, ascoltando i loro racconti e incoraggiando l’esperienza scolastica sempre sorridendo, un sorriso conta più di mille parole. Se permesso dagli insegnanti, può essere utile e significativo far portare a scuola un oggetto a cui il bambino è particolarmente affezionato; esso fornisce conforto emotivo e psicologico ai bambini, sostituendo progressivamente il legame simbiotico madre-figlio e, in senso generale, il legame familiare. Al momento di lasciare la scuola, anche di fronte all’eventuale pianto del bambino, il genitore deve farlo con tenerezza, ma senza mostrare titubanze e incertezze. I segnali di disagio del bambino (il pianto, il non volersi staccare fisicamente dalla mamma etc…) non devono far pensare a un fallimento della nuova esperienza, ma costituiscono un evento passeggero, destinato ad attenuarsi e a scomparire.

Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria
Cambiamento molto delicato, dal punto di vista affettivo-emotivo e cognitivo, tempo di grandi aspettative per la famiglia e per il bambino, il passaggio alla scuola primaria è un evento importante perché il bambino sente per la prima volta che gli viene richiesto di imparare e che sarà valutato rispetto a quanto si impegna e apprende. Di solito, il bambino avverte il cambiamento del passaggio come una situazione nuova in cui ci sono aspettative da parte degli adulti su di lui, prima di tutto da parte dei genitori, ma anche dell’insegnante, che diviene importante come figura di riferimento che sostituisce il genitore.
Per poter affrontare con facilità l’ingresso alla scuola primaria, il bambino deve aver maturato il piacere di imparare e deve possedere delle competenze tra cui uno sviluppo cognitivo adeguato, un’adeguata capacità motoria e di coordinazione tra quel che vede e quello che fa (coordinazione visuo-motoria), adeguate capacità visive e uditive, padronanza del linguaggio sia nel comprendere sia nell’esprimersi, capacità di avere attenzione e di mantenerla. Deve inoltre essere in grado di entrare in relazione positivamente con gli altri, riconoscendo e rispettando le regole del gruppo. Questo passaggio evolutivo viene spesso vissuto dai bambini e dai genitori con ansia e preoccupazione. Da un lato i bambini, infatti, sentono che stanno per cominciare qualcosa di importante – la scuola dei grandi – e sanno che cambierà la maestra, la classe, i compiti da fare, i compagni; dall’altro i genitori si chiedono se i loro figli siano pronti o meno ad affrontare questo percorso e come aiutarli in questo delicato momento fatto di nuovi apprendimenti e nuovi impegni scolastici. Come gestire in modo sereno questo bellissimo nuovo inizio?
Niente ansia: l’ansia è contagiosa, si trasmette dai genitori ai bambini. La cosa migliore è far sentire ai bambini che possono farcela e che non c’è niente di cui preoccuparsi. Se il bambino sente che il genitore ha fiducia nelle sue capacità, si sentirà sicuro ed innalzerà la sua autostima e il suo senso di autoefficacia. Si può chiedere come immagina la scuola primaria e cosa si aspetta dal primo giorno di scuola. A volte i bambini possono avere dei timori infondati, che un genitore non immagina neanche: possono temere di dover restare seduti per tutta la giornata senza mai alzarsi, per esempio, oppure pensare di dover già essere capaci di scrivere il loro nome. Incoraggiandolo a parlare, il genitore può capire meglio il proprio figlio e aiutarlo a non essere spaventato.
Accogliete i momenti di crisi: è possibile che vostro figlio non si trovi bene i primi giorni di scuola. Fatevi raccontare cosa lo turba, dando un messaggio di leggerezza ma anche di comprensione del problema. È molto importante che il bambino si senta sempre libero di raccontare tutto ciò che gli succede in classe a scuola, nel bene e nel male.
Molti genitori, inoltre, sono spaventati perché alla scuola dell’infanzia le maestre non insegnano le basi della lettura e della scrittura e le basi del calcolo ai loro alunni. Anche in questo caso, è bene tranquillizzarsi. Alla scuola primaria si parte da zero e quindi non sussiste alcun problema e, allo stesso tempo, non è compito dei genitori insegnare queste abilità: se è il bambino a chiederlo, allora si può indirizzarlo e aiutarlo a soddisfare la sua curiosità, ma non forziamo acquistando libri di scrittura o calcolo e facendogli già fare degli esercizi. Sono tutte cose che imparerà a scuola. Piuttosto potrete giocare e divertirvi con lui facendo giochi sul riconoscimento di suoni di parole e di conteggio di oggetti.
Dategli tempo: di solito, se il bambino è seguito e ben preparato a questo passaggio, affronterà il cambiamento in poco tempo: due-tre settimane è il tempo giusto perché si ambienti e superi paure e difficoltà. Per quanto li si possa preparare, poi, sarà proprio a settembre, quando incontreranno le loro maestre e i loro compagni di classe, a mettere davvero in opera il cambiamento.
Che paura la scuola media!
Il passaggio alla scuola secondaria di primo grado fa rivivere ai bambini le preoccupazioni e le paure che hanno già vissuto alla scuola primaria: perdere il loro gruppo di amici, conoscere nuovi compagni e professori, studiare molto di più etc.
Questa transizione, inoltre, coincide con l’ingresso alla fase adolescenziale, fase delicata fatta di incertezze e insicurezze. Come aiutarli ad affrontare al meglio questo passaggio? Bisogna essere disponibili al dialogo e fare in modo che il proprio figlio possa esprimere le sue insicurezze e preoccupazioni. Abituatelo a parlare di ciò che gli succede, facendogli capire che può contare sulla sua famiglia e che insieme è possibile trovare una soluzione. Non dimenticate, inoltre, di rassicurarlo sul fatto che il senso di disorientamento e ansia siano dei vissuti normali quando ci si trova di fronte a nuove situazioni e che la stessa paura la stanno vivendo sicuramente anche i suoi futuri compagni.

In conclusione, non è possibile proteggere sempre i nostri figli, come vorremmo, ma dobbiamo dare loro la possibilità di mettersi in gioco, di sperimentare, di imparare anche attraverso gli errori, superando la nuova fase di distacco dalla famiglia e l’ingresso nel mondo. Certamente i piccoli passi verso un buon ambientamento apriranno le porte ad un gran viaggio … ricco di conquiste e soddisfazioni.