Svezzamento equilibrato

Vademecum per neo mamme

di Valentina Valente

Attorno allo svezzamento ci sono sempre molti dubbi e insicurezze. Chiamato anche “divezzamento” o “alimentazione complementare”, è un momento molto delicato sia per i genitori ma anche per il bambino, in quanto determina il suo primo incontro con gli alimenti diversi dal latte materno. Ne ha parliamo con il dott. Fabrizio Ciralli, responsabile di Neonatologia e Pediatria di Humanitas San Pio X.

Segnaliamo a questo proposito, un nuovo servizio presso Humanitas San Pio X, proprio dedicato a questo tema!

“Mama che fame”: consulenza per lo svezzamento con gli esperti.

Uno spazio di consulenza rivolto ai genitori di bambini nella fascia di età 5 – 6 mesi dedicato all’introduzione di cibi solidi secondo il metodo tradizionale oppure l’auto-svezzamento e alla modalità di preparazione delle pappe per i bambini.

Per info e prenotazioni in regime privato: 02.69516951

Humanitas San Pio X  Via Francesco Nava, 31 – 20159 Milano

www.humanitas-sanpiox.it

 

Il dott. Fabrizio Ciralli, responsabile di Neonatologia e Pediatria di Humanitas San Pio X.

 

Quali le principali preoccupazioni di chi si accinge ad iniziare lo svezzamento?

In generale più che di preoccupazioni si può parlare di giusto approccio della mamma nel proporre l’ introduzione di alimenti liquidi, semiliquidi e solidi differenti dal latte materno e dai sui sostituti, al proprio figlio. Bisogna infatti sottolineare che l’inizio del divezzamento anche per la mamma è un momento particolare. Il pediatra ha quindi il compito di far sentire la mamma orgogliosa per aver “condotto” il proprio figlio all’età del divezzamento, momento indispensabile per la crescita del bambino. Il divezzamento, può essere iniziato dopo il 4° mese di vita meglio al 6°mese di età in cui il bambino presenta determinate caratteristiche comportamentali che lo caratterizzano per essere pronto all’alimentazione complementare:

  • È capace di stare seduto da solo
  • Perde il riflesso di estrusione della lingua
  • Mostra interesse per il cibo degli adulti
  • È in grado far comprendere ai genitori quando ha fame (apre la bocca all’avvicinarsi del cucchiaino) e quando è sazio (chiude la bocca all’avvicinarsi del cucchiaino e gira la testa di lato).

Cosa si intende per svezzamento equilibrato?

In questi ultimi decenni c’è stato un progressivo aumento delle conoscenze sulla corretta alimentazione che hanno modificato l’approccio al divezzamento. Quando si parla di divezzamento equilibrato innanzitutto si intende garantire al bambino un corretto apporto proteico in termini di quantità e di tipo di alimento. In particolare le Società Scientifiche raccomando un apporto proteico giornaliero di circa 15 -20 grammi al giorno proponendo una corretta ed equilibrata rotazione dalla carne, pesce, legumi, parmigiano e uovo. Se quindi teniamo conto dei 14 pasti settimanali ciascun alimento dovrà essere proposto non più di 3 volte a settimana. È necessario ricordare ai genitori di non proporre zuccheri aggiunti (p.e bevende dolcificate, merendine, biscotti confezionati) fino ai 2 anni di età e successivamente minimizzarne al massimo l’assunzione. In particolare le bevande dolcificate dovrebbero essere, sempre, sostituite dall’acqua.

I punti salienti di un vademecum dello svezzamento?

Come sottolinea il Ministero della Salute “…Non esistono modalità e menù definiti per iniziare il divezzamento. Diversi modelli alimentari possono portare a soddisfare i fabbisogni nutrizionali del bambino tra 6 mesi e 3 anni. Va favorita l’interazione tra le preferenze della famiglia, le indicazioni del pediatra ed il contesto socio-culturale e tradizionale per aiutare il bambino a sviluppare il proprio gusto e le scelte alimentari personali nell’ottica di una alimentazione corretta…” Possiamo quindi dire che il corretto vademecum del divezzamento dovrà essere concordato con il pediatra curante in particolare nella scelta del divezzamento “tradizionale, dell’autodivezzamento o di quello vegetariano. Resta però importante sottolineare alcuni atteggiamenti che i genitori dovranno osservare per meglio facilitare l’introduzione dei cibi nuovi nell’alimentazione dei propri figli. In particolare è bene lasciare che il bambino tocchi il cibo con le mani: questo atteggiamento è indicativo di un momento di esplorazione degli alimenti; non forzare mai il bambino che rifiuta il cibo; creare il  “rituale” di porre il bambino sul seggiolone, senza distrazioni tipo cartoni animati al cellulare, al computer o alla televisione, a tavola con i genitori in modo che il bambino possa percepire il piacevole  momento della pappa; variare spesso i cibi e i sapori per consentire un’adeguata esplorazione dei gusti.

Come regolarsi con possibili allergie?

Se il bambino nei mesi antecedenti l’inizio del divezzamento non ha presentato segni e/o sintomi clinici sospetti di atopia è bene affrontare l’introduzione del cibo con massima tranquillità. Qualora invece siano presenti segni clinici (es. dermatite atopica), familiarità accertata e non solo riferita per allergie è bene confrontarsi con il pediatra curante. Numerosi studi hanno comunque evidenziato che ritardare l’inserimento di alimenti potenzialmente allergizzanti non è consigliato perché un precoce inserimento sembra favorire una più precoce riposta immunitaria. Lo stesso concetto vale anche per l’introduzione del glutine nei casi di accertata familiarità per malattia celiaca.