L’evoluzione del sonno nei primi anni dei bambini

Piccolo vademecum per notti più serene

di Elena Calcinai e Serena Catania

I cambiamenti nel sonno dei bambini sono legati alle differenti fasi di sviluppo psicomotorio.  Un ruolo importante è rivestito dalla capacità, acquisita gradualmente, di saper gestire i momenti di separazione dalla figura di accudimento.

Dalla nascita fino ai 4 mesi

Un ciclo di sonno nel neonato dura 50-60 minuti, nell’adulto circa 90. I risvegli sono quindi più frequenti nel piccolo, che dorme 14-18 ore al giorno, con notevoli differenze individuali. Intorno alle 6-8 settimane assistiamo ad un graduale aumento dei periodi di sonno notturno. Tra i 3 e i 4 mesi il bambino può sincronizzare i suoi ritmi con quelli esterni. Tra i 2 e i 4 mesi l’organismo è predisposto a riprendere nuovamente il ritmo delle 24 ore nel ciclo sonno-veglia, perso dopo la nascita. Nella nostra società, la maggioranza dei lattanti dai 4 mesi in su fa tre sonnellini diurni (metà mattina, primo pomeriggio e tardo pomeriggio) e un sonno notturno intervallato da brevi e normali risvegli (in media 2-3). Questo meccanismo è facilitato se i genitori mantengono un comportamento coerente e prevedibile dal bambino.

I lattanti che la notte si risvegliano in situazioni diverse da quelle in cui si sono addormentati, avranno più difficoltà a riaddormentarsi e richiameranno il genitore per essere rassicurati .

Tra i 4 e i 7 mesi

Intorno ai 4 mesi, nel piccolo aumentano in modo brusco la comprensione del distacco dall’altro e il riconoscimento e l’anticipazione di ciò che sta per accadere. Anche in questo momento i lattanti che la notte si risvegliano in situazioni diverse da quelle in cui si sono addormentati, avranno più difficoltà.  Importante quindi è impostare una routine dell’addormentamento. Se durante i naturali risvegli il piccolo ritrova tutto com’era al momento di addormentarsi (ambiente, oscurità, genitore vicino…), sarà aiutato a riprendere sonno e, via via, ad accettare meglio il momento in cui deve andare a letto. L’esatto contrario può invece aumentare la “lotta” del bambino contro l’addormentamento serale e causare un sonno più superficiale e una maggiore frequenza di risvegli. Insomma, dai 4 e (ancor più) dai 6-7 mesi diventano prioritari gli aspetti legati alla sicurezza nei momenti di separazione dall’adulto.

La qualità del sonno

Ad ogni età la qualità del sonno è influenzata da fattori individuali, ambientali e relazionali (attaccamento al genitore, relazioni familiari, abitudini e aspettative) e da altri fattori organici (disturbi fisici, malattie). Altre difficoltà nel sonno possono manifestarsi al ritorno della mamma dal lavoro, durante l’inserimento al nido, per tensioni familiari o cambiamenti di routine, così come nelle fasi che precedono un “salto” nello sviluppo psicomotorio (imparare a camminare da soli o acquisire nuove capacità linguistiche, ecc.), in cui il bambino può manifestare disorganizzazione del comportamento, con irritabilità e difficoltà a mantenere il sonno. Tra i 18 e i 24 mesi, si mescolano curiosità e paura, desiderio e capacità di indipendenza con bisogno di vicinanza e guida.

A volte servono un pò di coccole

Non dimentichiamo che i problemi del sonno, a ogni età, ci dicono spesso che il bambino sta affrontando difficoltà durante il giorno.  Bisogna quindi essere attenti alle sue nuove conquiste e a come gestisce i momenti più difficili: le separazioni, i cambiamenti di routine o di ambiente, le nuove regole. Potrebbe aver bisogno di maggiore vicinanza e di ascolto, di fare un piccolo “passo indietro” prima di spiccare il successivo salto in avanti.

Anche per il sonno ci vuole ordine!

Come per apprendimento e concentrazione anche per il sonno la parola chiave è quindi ordine.

Ordine emotivo

  • non lasciar piangere il bambino;
  • non sgridarlo se si sveglia;
  • non farlo sentire in colpa perché vuole stare con i genitori;
  • non allontanarlo o lasciarlo solo se chiede vicinanza;
  • non sostituire il contatto con succhiotti o pupazzi.

Ordine ambientale

  • abbassare le luci e spegnere i dispositivi elettronici circa un’ora prima della nanna
  • consentire al bambino di svegliarsi dove si è addormentato;
  • usare un lettino basso per aumentare la libertà di movimento e ridurre ansia e pianti.

Ordine degli eventi

  • creare un rituale dell’addormentamento semplice ma stabile;
  • evitare di svegliare il bambino durante la notte;
  • non offrirgli cibi né bevande zuccherate nelle ore notturne.

Ordine temporale

  • mantenere stabile l’ora della nanna
  • fissare l’ora della nanna non troppo presto, quando il piccolo non è stanco, e non troppo tardi, quando invece riuscirà difficilmente a gestire la stanchezza.

 

Ars Pediatrica – Milano

www.aerpediatrica.it