Come sostenere i bambini nello sviluppo del linguaggio
di Francesca Panizzo, educatrice e mediatrice familiare; [email protected]
Il linguaggio ci distingue come specie da tutti gli altri animali e ci ha permesso di evolvere nelle competenze e nella civiltà. Fin dai primi giorni di vita, il bambino costruisce il linguaggio, eppure passerà molto tempo prima che inizi a parlare e questo tempo, squisitamente individuale, è spesso fonte di ansia e di preoccupazione per i genitori, che ricorrono a valutazioni neuropsichiatriche, talvolta inopportune o premature.
Il bambino nasce immerso nel bagno linguistico degli adulti che gli parlano ed è molto sensibile al suono della voce umana, assorbe le parole e la costruzione della frase, sostenuto dalla mielinizzazione del cervello.
Verso i due anni di vita avviene una vera e propria esplosione del linguaggio; eppure non siamo noi adulti ad insegnare al bambino a parlare, poiché il linguaggio rappresenta una delle più grandi astrazioni, fatta di segni, suoni e convenzioni, è più facile pensare che sia il bambino ad assorbire quanto necessario per attivare questo processo creativo.
Il bambino ha un vitale bisogno di adulti che gli parlino: durante il cambio e il bagnetto elencando le azioni, nominando gli oggetti e le parti del corpo; a passeggio, indicando e nominando tutto ciò che cattura l’interesse; durante il pasto descrivendo il cibo, i colori, i sapori, raccontando la giornata; durante il gioco utilizzando canzoncine e filastrocche; prima della nanna leggendo libri adeguati all’età. Questi momenti sono accomunati dallo stare in relazione, spazio prezioso per lo sviluppo del linguaggio; meglio evitare di lasciare i piccolissimi davanti agli schermi affinché parlino prima: un’esperienza passiva di parole non produce alcun apprendimento.
Con il neonato lo strumento per eccellenza è la voce umana che parla, racconta, descrive, elenca, canta. Verso i cinque/sei mesi si possono offrire i primi libri cartonati, brevi e con immagini semplici. Libri e albi illustrati sono veri e propri strumenti di cura che accompagnano la crescita, consentono l’arricchimento linguistico e nutrono in maniera esclusiva l’attaccamento.
Sostenere il bambino significa, inoltre, evitare di storpiare i nomi delle cose, ad esempio diremo “cane” e non “bau”, poiché cane è il nome corretto dell’animale mentre “bau” è il suo verso. Cestini con i vari animali, gioco della fattoria, sacchetti di stoffa contenenti oggetti e nomenclature sono strumenti validissimi che attivano nel bambino l’esperienza linguistica attraverso l’aiuto visivo.
“Il linguaggio si sviluppa, non si impara” sosteneva Maria Montessori e se osserverete i vostri bambini in questo straordinario processo, condividendo ogni conquista, le darete certamente ragione.
Letture consigliate: Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti.