Aggressività, capricci, nervosismo. Come gestirli?
Di Laura Della Badia
Sempre più di recente si osserva che bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni si comportino in maniera provocatoria, aggressiva, nervosa e, non di rado, capricciosa. Ne parliamo con Andrea Calò, psicologo e psicoterapeuta, che svolge attività anche presso le scuole, come esperto in percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità, e di prevenzione al bullismo e cyber bullismo. A Milano riceve presso il Centro Medico Monterosa
Quali sono i principali comportamenti di capricci e nervosismo dei bambini?
Molti bimbi mentre giocano faticano a rispettare le regole e, nelle interazioni con gli adulti, tendono a mettersi in mostra sfoggiando un precoce e preoccupante vittimismo. Pianti, urla e grida disperate o gesti, come calci, pugni e pizzicotti si manifestano sempre più di frequente. Lo stile insomma è quello del fanciullo che non conosce ragioni se non le proprie, e conduce allo sfinimento i genitori pur di raggiungere il proprio obbiettivo.
Da cosa dipendono?
Durante le prime esperienze sociali, il bambino inizia a essere consapevole che il suo sé è diverso da quello dei genitori cercando di manifestarlo in svariate occasioni: tenta di affermare una sua prima forma di personalità, ma al tempo stesso si sente ancora fragile e indifeso. E’ una fase delicata, e per il bimbo è molto importante sentirsi al sicuro. Immaginate di nascere a nuova vita e ritrovarvi in un mondo per voi del tutto nuovo, che stentate a capire ma che avete voglia di esplorare. La prima reazione che presumibilmente provereste è quella dello smarrimento e probabilmente desiderereste avere una guida.
Come è giusto allora comportarsi per essere una buona guida?
Bisogna comportarsi come una guida solida, stabile, che indichi la strada e faccia sentire sicuri. Immaginate però che la vostra guida appaia incerta. Talvolta lucida e ferma, talvolta nervosa e tesa. Potreste fidarvi di lei?. Forse sareste presi dal bisogno di mettere la guida alla prova, ne vorreste testare la “tenuta”, magari in situazioni di stress. Ecco, i vostri figli hanno esattamente le stesse esigenze. I bambini cercano di affermare sé stessi dimostrandosi volitivi, caparbi o addirittura prepotenti. Il genitore così tende a sgridare il figlio che sembra essere refrattario alle indicazioni degli adulti che inevitabilmente rischiano di perdere la pazienza. I piccoli si innervosiscono a loro volta aumentando l’aggressività del capriccio, fino a quando il genitore cede e ne asseconda le richieste. Tale atteggiamento, definito “ambivalente” ha un duplice effetto: da un lato confonde i figli, dall’altro li persuade del fatto che il papà e la mamma sono aggirabili, cedevoli e fragili, in altre parole poco sicuri. In questo modo si struttura un circolo vizioso che porta i bambini a innervosirsi poiché perdono la fiducia nelle capacità dei propri genitori, che a loro volta faticano a mantenere il controllo.
Inoltre i piccoli, fin da neonati, sono spugne: assorbono parole e atteggiamenti dei genitori. Se questi, durante una situazione di crisi del bambino, si fanno sopraffare da rabbia, delusione e nervosismo, provocheranno inevitabilmente comportamenti ancora più “problematici”. Figuriamoci poi se i genitori sono in disaccordo tra loro e litigano su come comportarsi con i figli proprio davanti a loro. Una guida divisa spesso è sinonimo di dispersione e inaffidabilità.
Cosa prova il bambino in questi casi?
Da questo punto di vista, la naturale reazione per una persona che ancora non ha imparato a raccontare le sue emozioni, è una frustrazione che sfocia inevitabilmente nell’aggressività. Vien da sé che il “fronte educativo” deve essere unito, nonostante le ipotetiche divergenze di vedute tra mamma e papà.
Davanti a un capriccio, il genitore non dovrebbe mai perdere la calma, deve tenere presente che questi atteggiamenti fanno parte della normale fase evolutiva del bambino, che sono richieste di attenzioni, ma che celano anche bisogni più ambiziosi come mettere alla prova chi ne ha la responsabilità.
Può suggerirci qualche buon atteggiamento da mettere in atto?
Quando i figli risultano provocatori, aggressivi, nervosi o capricciosi, innanzitutto sarebbe meglio evitare le urla. E’ importante fornire ai bambini una presenza precisa e sicura, impartendo regole con frasi brevi e chiare, accompagnate da gesti facilmente riconoscibili come uno sguardo severo, una postura corporale eretta e una voce ferma. Seguono i premi ai comportamenti corretti. Un sorriso o una carezza indirizzano il bambino, più di mille parole o regali, verso il comportamento più adeguato. L’atteggiamento amorevole di una madre o un padre incentiva il buon atteggiamento del figlio. Ricordiamoci però che educare non significa solo accogliere, perdonare e concedere, ma anche bloccare e contenere facendo quindi attenzione a evitare quegli “eccessi d’amore” che, se concessi in maniera indistinta, rischiano di mettere in difficoltà la relazione con i bimbi.
Tutte le volte in cui il piccolo mostra segni di aggressività nel gioco con gli altri, è opportuno che il genitore richiami il figlio a sé, sospendendo il suo gioco fino a quando non si è calmato. Evitare inoltre di assecondare i capricci dei piccoli è un’altra accortezza che ogni genitore dovrebbe osservare. In questo caso è utile rispondere al capriccio ignorandolo. Tra le tecniche che la “terapia breve strategica” dispone per gestire tematiche simili, una di queste è sicuramente quella di chiedere ai genitori di trasformarsi in “statue di cera”, dove gli adulti interrompono drasticamente le interazioni con i bambini evitando di dar loro qualsiasi tipo di attenzione fino a quando il piccolo non smette di urlare o piangere. Solo quando l’atteggiamento dei bimbi si fa mansueto, magari dopo aver chiesto scusa, è opportuno riprendere, anche con un sorriso, il rapporto con loro. Evitate di cedere ai ricatti. E’ tipico dei bambini saper cogliere al volo le debolezze dei genitori, dei nonni o di chiunque abbia con loro un forte legame affettivo. Se sarà chiaro che una mamma o un papà, un po’ troppo apprensivi, elargiranno coccole al minimo lamento, i bambini si trasformeranno in perfetti attori ogni qual volta ne avranno semplicemente voglia, e non realmente bisogno. Infatti, se il bambino capisce che può ottenere qualcosa con un determinato comportamento, tenderà a reiterare quel comportamento. Se il capriccio diventa una forma di controllo del bambino nei confronti del genitore è importante non dare spazio al capriccio. Infine, evitate di eccedere con le regole. Una sollecitazione non equilibrata da parte dei genitori, può creare un corto circuito che sfocia inevitabilmente nel disordine. Le ingiunzioni, come: “fai questo, non fare quello”, alla lunga portano a risposte nervose e aggressive.
Un ultimo consiglio, per evitare che i bambini cerchino altrove un punto di riferimento, magari sbagliato…
Quello che auguro a chiunque stia leggendo queste parole è di poter essere per i figli un buon punto di riferimento, un modello forte, che faccia sentire i ragazzi saldi nell’esperienza della crescita. Ricordando a tutti i genitori che se sarete in grado di essere voi quel capisaldo, non avranno bisogno di ricercare fuori dall’ambito familiare un esempio di forza a cui ispirarsi. Troppe volte infatti si nota come i bambini, che vivono in famiglia uno stile educativo troppo leggero, si leghino ad amichetti dai comportamenti eccessivi. Amare significa anche guidare con fermezza, e se sarete voi quella fermezza, i vostri figli non sentiranno la necessità di scimmiottare una “violenza” che soddisfi la loro necessità di sentirsi al sicuro e protetti.