Teen coaching

I percorsi per adolescenti che aiutano a crescere

di Barbara Chiodi

Se siete alle prese con figli adolescenti vi sarete già accorti di quanto sia delicata questa fase della loro vita. Avete mai sentito parlare del Teen Coaching? È un approccio di supporto a quei genitori che desiderano dare ai figli adolescenti strumenti per affrontare le sfide della crescita, portandoli alla scoperta di se stessi e della propria “missione”, poco noto e spesso confuso con altre metodologie e relazioni d’aiuto.

Se i percorsi di coaching riguardano gli adulti, solitamente partono con una richiesta abbastanza chiara e una domanda: “Cosa ti aspetti da questo percorso?'”. Da qui, insieme, si stabilisce l’obiettivo e il tempo necessario per dare avvio alle azioni per raggiungerlo.

Se si ha a che fare con degli adolescenti, è più complicato, sia perché la richiesta non viene nella maggior parte dei casi direttamente da loro, ma dai genitori, sia perché non hanno ancora pienamente sviluppato la capacità riflessiva e un linguaggio adeguato per esprimere le loro difficoltà e i traguardi che si pongono per il futuro.

Il coaching si concentra sul miglioramento delle prestazioni e della qualità della vita di un adolescente, aiutandolo a rimanere focalizzato sull’obiettivo futuro, oltre le pressioni e le aspettative che potrebbero arrivare dall’esterno, per il raggiungimento dei suoi obiettivi di vita, scolastici o sportivi.
Tra le tematiche più delicate, per le quali i percorsi di teen coaching possono essere molto efficaci, vi è il tema del futuro. È proprio in questa fase che il ragazzo si trova a dover prendere una serie di decisioni che lo condurranno alla vita adulta, come, per esempio, il percorso di studi da intraoprendere. Sarebbe auspicabile che ogni ragazzo potesse scegliere autonomamente, tenendo conto delle sue inclinazioni personali e dei suoi sogni. Questo potrebbe però non accadere perché spesso l’adolescente si trova inconsciamente a voler soddisfare le aspettative dei genitori sacrificando i propri progetti.

Mi preme chiarire che il Teen Coaching non tratta criticità di natura clinica. Se, per esempio, la paura per ciò che riserva il futuro sfocia in disturbi d’ansia, alimentari o autolesionistici, toccando dinamiche emotive e questioni personali profonde, il teen coach deve saper lasciare spazio ad altre figure professionali, come un psicoterapeuta.

In questo senso, il primo incontro per avviare un percorso di Teen Coaching è sempre con i genitori ed è molto importante proprio per individuare insieme il disagio del ragazzo, facendo un’ipotesi di progetto oppure indirizzando la famiglia verso un altro professionista.

Ma come funziona?

Il Teen Coaching, diversamente dal Parent Coach, valuta con il genitore le progettualità di un percorso con l’adolescente, ma non lavora direttamente con il contesto familiare.

Il ragazzo è il protagonista assoluto delle sessioni.

Negli incontri con il coach, l’adolescente potrà trovare uno spazio protetto nel quale sentirsi a suo agio ed esplorare la propria individualità.

Con la famiglia, il coach può concordare incontri periodici di aggiornamento e monitoraggio.

Con gli adolescenti si viaggia su due binari paralleli: valorizzare le loro attitudini naturali in modo che possano sapere di poterci sempre contare e allo stesso tempo accompagnarli alla scoperta di nuove risorse utili nel loro percorso di crescita.

Le attività proposte nei percorsi sono scelte in base alle attitudini e interessi dei ragazzi, utilizzando spunti creativi o dei linguaggi più immediati e familiari per un adolescente. Per esempio, si possono utilizzare dei video per aiutarli ad esprimere il proprio vissuto con più facilità. Anche il gioco da tavolo è una risorsa molto efficace o, ancora, si possono usare delle visualizzazioni che aiutino a liberare la mente dalle interferenze esterne. Altro strumento è il journaling, una sorta di diario che aiuta a sviluppare consapevolezza rispetto ai  propri comportamenti. È poi possibile utilizzare la tecnica del role playing per aiutare i ragazzi a visualizzare il loro futuro e a vestire i panni del professionista che si immaginano di diventare.

In base alla mia esperienza, c’è ancora difficoltà nell’accostarsi al Teen Coaching, da parte dei genitori. La pressione sociale stimola a pensare che il l’istinto genitoriale sia innato e che affidarsi ad una figura fuori dal contesto familiare sia “un fallimento” del proprio ruolo.

A volte i genitori, però, non sono preparati per affrontare dei cambiamenti così improvvisi, come quelli dell’adolescenza, non vi è quindi nulla di errato nel beneficiare di un aiuto esterno.

 

Info e contatti

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