Consulenze per i neogenititori. Incontriamo Francesca Panizzo
Educatrice e mediatrice familiare, Francesca Panizzo è specializzata nel Metodo Montessori, la cui filosofia contraddistingue il suo lavoro di consulenza e i suoi “Percorsi, da zero ai primi mille giorni” che si rivolgono ai neogenitori. Sì, perché l’arrivo del bebè può farci sentire impreparati, dal punto di vista pratico ed emotivo. Ecco, allora, i servizi professionali a supporto di questa fase così delicata.
Quali sono le principali esigenze dei neogenitori e come hai strutturato le tue consulenze?
Propongo innanzitutto due tipi di percorsi, che si rivolgono ai genitori in attesa e ai neogenitori nella delicata fascia 0-3 anni. Si tratta di incontri studiati per sostenere gli adulti in un momento importante, fatto di tante novità, di fronte alle quali ci si può sentire impreparati. Una novità così importante può spaventare o disorientare. Nessuno nasce con il manuale del genitore ma tutti abbiamo delle potenzialità che vanno scoperte e messe a disposizione del nuovo nucleo familiare.
Come si svolgono questi incontri?
Si tratta di 6 incontri in presenza. In genere per 8 coppie di futuri genitori o neogenitori. Ogni incontro dura 1 ora e mezza. La presenza del gruppo è importante anche per favorire lo scambio e il confronto, ed è anche funzionale allo sviluppo della consapevolezza genitoriale.
Quali sono gli argomenti che proponi?
Tutti gli argomenti sono studiati per favorire un ottimale approccio allo sviluppo armonioso del bambino e alla genitorialità. Ad esempio l’importanza del tocco, che vuol dire come entrare in relazione con il bambino attraverso il corpo; l’importanza dei vari stili di maternage; come prendersi cura del piccolo anche sul piano pratico (come cambiarlo, fare il bagnetto etc) vivendo questi momenti della routine come attimi preziosi per costruire una relazione. Parlo poi dell’importanza del movimento e del linguaggio. Ovviamente non può mancare il tema del sonno, quello che spaventa di più i neogenitori! E’ importante impostare una routine, argomento che affronto da tanti punti di vista. Inoltre offro un’attenzione dedicata, peculiare nel modello montessoriano, a come preparare un ambiente che risponda ai bisogni dei bambini. Tutti questi temi non vengono mai affrontati in modo standard, ma sempre in base al gruppo e alle coppie che ho davanti, perché le loro storie, i dubbi, le domande e le esigenze possono essere molto specifici e, dal mio punto di vista, sempre meritevoli di attenzione e ascolto.
Quali i concetti a cui tieni maggiormente?
Il valore dell’attesa: non abbiate fretta, il bambino deve sperimentare la fiducia, offritegli relazioni nutrienti e svilupperà sicurezza e consapevolezza.
L’importanza della lettura nella fascia 0-3 anni: non come strumento per offrire delle risposte ma soprattutto per generare degli interrogativi.
Saper dire di “no”, dare delle regole: è una delle cose più difficili che sto osservando nei genitori. C’è spesso una fragilità nel riconoscersi autorevolezza e offrirla nel compito educativo; i bambini invece hanno bisogno fin da piccolissimi di regole e coerenza, di linee guida grazie alle quali il genitore assume credibilità. A volte i morsi, le urla, i comportamenti che giudichiamo inadeguati sono un modo del bambino per avere proprio questo tipo di attenzione: è una vera e propria richiesta di amore!
Ci sono poi i casi in cui offri una consulenza personalizzata…
Sì, oltre ai corsi c’è la consulenza in studio su richieste specifiche, come può essere l’inserimento al nido, l’arrivo di un fratellino/sorellina, la selettività del cibo, l’aggressività, etc. Inoltre mi occupo di offrire consulenza anche in situazioni di conflitto genitoriale, quando i genitori sono in difficoltà nel condividere una linea educativa.
Qual è il filo conduttore del tuo lavoro?
Il Metodo Montessori è alla base di tutto il mio lavoro di educatrice e consulente, sia relativamente all’adulto che al bambino. E’ uno stile di vita e anche l’adulto deve esserne consapevole. E’ un modello molto attuale, riconosciuto anche dalle neuroscienze nelle sue peculiarità, come l’importanza dell’esperienza nel bambino e dell’osservazione da parte dell’adulto. A volte si crede che questo Metodo sia contro le regole e a favore della libertà, ma è una visione superficiale. Tutto dipende dal cosa e dal come.
Perché i primi mille giorni sono così importanti per lo sviluppo del bambino?
Il bambino viene al mondo “incompleto”, nel senso che a livello neuronale non ha ancora in dotazione le connessioni e le mappe fondamentali per i futuri apprendimenti e per la vita di relazione. Dobbiamo aiutarlo e sostenerlo nel costruirle. Le esperienze pratiche ed affettive che sperimenterà in questi primi mille giorni concorrono al suo sviluppo e alla costruzione della sua identità: sono per la vita!
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