Esploriamo il gusto fin da piccoli!

Scoprire e conoscere fin dai primi mesi. di Laura della Badia  Non è solo il senso attraverso cui assaporiamo il cibo: il gusto ha in sé tante implicazioni e potenzialità, legate alla scoperta, alle emozioni e alla conoscenza. Ne parliamo con la pedagogista Irene Auletta.

Il gusto è uno degli strumenti attraverso cui, fin da piccolissimi, conosciamo il mondo. Quali sono le potenzialità che ha in ambito pedagogico, per la crescita dei bambini?

In effetti i bambini sin dalla nascita scoprono il mondo attraverso il gusto che passa dal primo alimento, ai primi giochi da manipolare. Attraverso la bocca i bambini incontrano sensazioni nuove unendo al gusto del sapore anche quello dell’esplorazione dei vari materiali e delle differenti sensazioni. Per tale motivo è importante non sottovalutare i materiali dei primi oggetti proposti in questa fase della vita e al tempo stesso dedicare molta attenzione alla fase dell’allattamento e, successivamente, a quella dello svezzamento. Dalla bocca passa quel gusto per i sapori e per i materiali che può aprire la via a quello che in futuro potrà essere più in generale, il gusto per la vita.

Ci sono attività specifiche, che le mamme possono fare anche a casa, per stimolare l’esperienza del gusto? Si, anche a casa le mamme possono prestare attenzione al materiale dei giochi offrendo principalmente materiali naturali che, per definizione, sono materiali “caldi” permettendo ai bambini di esplorare il più possibile le differenze delle diverse sensazioni. Nei servizi per l’infanzia si utilizza spesso il Cestino dei Tesori, proposta educativa ideata da Elinor Goldschmied che, in un uno dei suo testi, ha suggerito circa cento oggetti che possono essere alternati nel cestino. Come ci ricorda la stessa ideatrice del Cestino, il cervello dei piccoli si sviluppa rapidamente e lo fa in risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente, attraverso i sensi: tatto, olfatto, gusto, udito, vista e attraverso il movimento del corpo. Gli oggetti del cestino sono scelti proprio per stimolare tutti i sensi e in genere non hanno nulla a che vedere con i “classici” giocattoli perchè sono oggetti di uso comune (ne sono un piccolissimo esempio: pigne, conchiglie, palle di lana, piccoli cestini, rocchetti, formine per dolci, mazzo di chiavi legate insieme, borsellino di pelle, ma anche un limone o una mela). Spesso si consiglia ai genitori di dedicare al bambino un piccolo cassetto in cucina, alla sua altezza, dove riporre oggetti tutti per lui.

Spesso i bambini hanno paura di provare nuovi gusti, selezionano il cibo che già conoscono. E’ anche un modo di rapportarsi al mondo, alle emozioni? Il rapporto con il cibo è molto legato all’atteggiamento degli adulti che, anche inconsapevolmente, possono già orientare scelte e gusti. Non bisogna neppure dimenticare che il rapporto con il cibo, come in genere il rapporto con la conoscenza del nuovo, suscita nei bambini reazioni differenti, a seconda delle loro caratteristiche e dell’ambiente in cui vivono. Non a caso, sovente, proprio rispetto al rapporto con il cibo, si osservano reazioni differenti, a casa e al nido. Favorire il rapporto con il gusto e con i sapori, potrà avere in futuro un’interessante connessione anche con i saperi della vita. Stimolare il gusto vuol dire anche giocare con gli estremi come ad esempio dolce/salato, aspro/delicato, caldo/freddo, liscio/grumi. Per questo motivo molte proposte del nido utilizzano proprio il cibo anche nelle proposte esplorative. Ad esempio con i chicchi di melograno si possono lasciare tracce ma si può anche assaporarne il gusto a volte dolce altre un po’ aspro, ma di sicuro sempre un po’ particolare nella sua consistenza. Il gusto, come gli altri sensi, ci avvicina al buono e al bello e orienta anche il nostro rapporto con i piaceri e con la predisposizione verso la curiosità.

Cucinare insieme: assaggiare, manipolare, sperimentare, annusare. Da che età è consigliabile farlo? Lasciamo pasticciare o invitiamo i bambini a seguirci nella preparazione? Il coinvolgimento, sempre molto positivo, dei bambini può variare a seconda delle età dei bambini e in genere può andare avanti, a fasi alterne, fino a età avanzate. Pensate solo a genitori e figli adolescenti in cucina … che mix interessante potrebbe essere! Con i più piccoli passare dalla manipolazione, dalla conoscenza del tatto, del gusto e dell’olfatto è un passaggio molto interessante e importante. Si può iniziare fin dallo svezzamento permettendo ai bambini di manipolare prima il cibo, come preludio alla manipolazione di altri materiali. Il pasticciare poi diventa quel divertimento che, crescendo, si trasforma in passaggi per una vera e propria preparazione. Anche qui è importante mantenere l’attenzione verso la scoperta e la curiosità, non scivolando nella richiesta di una prestazione e di un certo risultato. Il gioco è una cosa seria e attraverso il gioco i bambini imparano a conoscere il mondo con quella leggerezza profonda di cui parlava Calvino.

Mangiare è un’azione apparentemente banale ma ricca di implicazioni anche sociali. Parliamo ad esempio della convivialità…Certo, soprattutto per quelle persone che, come noi italiani, attribuiscono al mangiare insieme una molteplicità di significati. Mangiare non è solo alimentarsi ma nutrirsi  anche del piacere dello stare insieme e del condividere. Per questo, ogni volta che vedo bambini piccoli distratti da TV o smartphone durante il momento del pranzo, trovo che sia davvero un grande spreco e soprattutto sono certa che molti adulti lo facciano del tutto inconsapevoli delle ripercussioni, affatto da sottovalutare, a livello educativo. In generale è molto interessante anche leggere le recenti Linee guida dell’OMS del 2019. È la prima volta che l’Organizzazione Mondiale della Sanità si esprime sulle ore di sonno, l’attività fisica e l’esposizione allo schermo per quanto riguarda i piccolissimi. Ed è forse il sintomo che la questione è diventata urgente. In questa direzione è importante riflettere sulla necessità dei bambini di muoversi, scoprire, sperimentare, muovere mani e corpo per conoscere e su quanto alcune scelte al contrario rischiano di essere solo uno stimolo per la mente … o almeno per una certa parte di essa.

Irene Auletta. Pedagogista, consulente per il progetto educativo dello Spazio Cuccioli di Tan’atara.

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